Giovedì 26 Febbraio 2004 - La Provincia

Si annuncia come un evento il nuovo Cd in Vernacolo di Magni

Scigula, folk brianzolo alla riscossa

 

Anche la Brianza ha il suo "Van De Sfroos". E' un gioiello in dialetto il nuovo disco del cantautore Francesco Magni, non certo un esordiente (fu al festival di Sanremo del 1980 con la scanzonata "Voglio l'erba voglio"), prodotto dalla rivista "Brianze".
Presentato da pochi giorni, Scigula è già album di culto, che andrà ben presto a ruba nei negozi di dischi e nelle librerie che lo hanno ordinato, tra Como e Lecco (info in www.brianze.it). Il perchè è presto spiegato: Magni ha recuperato melodie proprie della tradizione della Brianza lecchese, comasca e milanese (vive a Briosco) e ha musicato filastrocche e storielle con sapiente equilibrio tra poesia, filosofia spicciola e l'immediatezza delle parlate locali. In questo il paragone con Davide Van De Sfroos viene spontaneo. <<La parlada l'è la mama, la scritura l'è la zia el rest dumandel a la zia Maria>>, è la presentazione di Magni, che ammette di ammirare Davide, ma di attingere ancor più in profondità. <<Van De Sfroos è un poeta - dice il cantautore - ma io scrivevo in dialetto già negli anni '70. Oggi finalmente chiudo un cerchio, dopo innumerevoli viaggi musicali ed umani. Se tornerei a Sanremo? Certo, ma al premio Tenco!>>. Magni ha suonato con Moni Ovadia, con musicisti di Fossati e de Andrè, è stato in India ed è tornato con rinnovata passione alla sua terra. Musicalmente Scigula è molto più vicino alla nostra terra di quanto non sia Davide, ispirato dall'Irlanda e dalla World music, Magni va a ritroso aggiuggendo soltanto una chitarra elettrica alle vecchie ballate lombarde, al folk acustico sottolineato ora dal sontuoso organetto diatonico di Riccardo Tesi, ora dai fiati del comasco Simone Mauri. <<Ho attinto molto anche dal milanese - spiega Magni - cercando di adattare la parola al suono, rendendo più fluido il mio dialetto>>. Così nascono gioielli come El me paes, o il duetto con Svampa in El spiritell content, ma Ruerza minga i ball in puro stile "desfroos" rischia di diventare un inno brianzolo.
- di Alfredo del Curatolo -