Ancora un affondo nella tradizione a capriano, da personaggio noto. Rigorosamente in dialetto.

SAPORE E NOTE DI BRIANZA IN SCIGULA

Il compact disk di Francesco Magni recupera idee e vita di un tempo.

 

Una sorte di reciprocità connaturata. Non puoi salvare l'ambiente se non salvi il dialetto e viceversa. Lo puoi fare recuperando la socialità delle corti e il rapporto stretto con il vicino.
Un tempo l'ambito dei cortili e delle stalle, l'altro ieri un'associazione ecologica come "La nostra tera", oggi un cd, "Scigula", che trascrive le canzoni popolari e con esse i suoni della Brianza. Un lavoro fatto di canzoni e di ballate venate di humour popolare, ma anche di malinconia per un territorio che ha conosciuto lo sviluppo e che, conoscendolo, ha perso il senso magico della bellezza. E' il tentativo fatto da Francesco Magni, lo chansonnier della Brianza, da e di Capriano, capelli lunghi e barba folta, che ha iniziato a scrivere in dialetto negli anni settanta, quando la gente comune incominciava a vergognarsi di parlarlo. E, vergognandosi di parlarlo, non si accorgeva di un tipo di società che stava cambiando ponendo fine alla civiltà contadina e imponendo dall'alto un tipo di cultura che non aveva validi modelli da proporre.
L'idea di un cd è nata un anno fa, quasi per caso, dopo la festa della Gibiana, come usano dire da queste parti.
Un accordo a tre, tra il cantautore, i responsaboili della rivista <<Brianze>>, che ora ne faranno omaggio ai loro lettori, e l'amministrazione comunale che per ragioni di parte è da sempre attenta a tutto ciò che favorisce il recupero del dialetto. Stampato in 2000 copie, racchiude un percorso di trent'anni condensato in 12 canzoni, sospese tra passato e futuro, tra e quali due testi dell'800 "La tegneoula" e "Matrimoni d'amor" appsitamente musicati, un titolo ad effetto, "Scigula" che ben esprime la forza della parola e la voglia di interiorizzare, recuperandolo, il colore del suono.
Con questo lavoro il cerchio si chiude: partito dal dialetto e arrivato alla notorietà dopo aver catturato l'attenzione di Nanni svampa e di Moni Ovadia, Magni vince il premio della critica al festival di Sanremo (1980) con la scanzonata "Voglio l'erba voglio"e, dopo un'esperienza con la musica indiana, ritorna al dialetto che considera "la sua lingua e lo strumento per recuperare un'identità che dal dopoguerra in poi si è andata sempre più affievolendo". "Scigula", dunque, come ha detto il vice direttore di Brianze, Paolo Pirola, "la sintesi giocosa di un lavoro che dura da anni in Brianza e che, iniziato intorno ai vecchi mulini sul Lambro, a Briosco continua ad avere il suo epicentro". - Franco Rizzi -