Scigula

La Brianza torna a cantare nel nuovo CD del noster cantastori

 

La Rosa e l'Ucelin inserita nei CD Tribù Italiche di World Music e Testimonianze di Pace

 

Le canzoni di Magni si sfogliano in un libro
Scigula (L'isola che non c'era)
Il cantautore Francesco Magni ospite dell'U3 (giornale di Carate)
Menestrello in Brianza
e Scigula (Folk Bulletin)
Scigula
(La Vus de l'Insübria)
Arriva lo chansonnier della Brianza (giornale di Seregno)
Arriva FrancescoMagni
(giornale di Seregno)
Magni, il Garibaldi della Brianza: "Canto le mie radici in dialetto" (la Repubblica)
E' un gioiello in dialetto il nuovo disco (la Provincia)
Magni:Scigula (giornale di Lecco)
E' d'oro la gallina di Magni (giornale di Carate)
La "Scigula" è già arrivata alle porte di Roma (giornale di Carate)
Lo chansonnier della Brianza ama la "Scigula" (la Padania)
Magni convince la critica (giornale di Carate)
Sapore e note di Brianze in Scigula
(il Cittadino)
Il suono melodioso del dialetto (l'Esagono)

Le dodici canzoni di Scigula interpretate da Davide Parravicini - 6 anni


(qui trovate i testi)

 


Registrato, arrangiato e mixato da Franco Parravicini.

Pubblicato da Brianze col patrocinio del comune di Briosco:

sito di  Brianze
Brianze (www.brianze.it)
periodico di cultura del territorio

Comune di Briosco
ass. to alla cultura

Puoi trovare il CD nei migliori negozi della Brianza a 12 euro,
in omaggio abbonandoti a Brianze-www.brianze.it
oppure contattando

francescomagni@tiscalinet.it
0362998293



dal sito di RAI international:

L'album consigliato dai conduttori del Notturno Italiano, scelto tra i classici, le novità, le ristampe e le rarità.

FRANCESCO MAGNI
Sciugula
P.A. (2004)


Il ritorno del cantastorie di Brianza. Dodici canzoni in dialetto sospese tra passato e futuro, intessute con quel filo di saggezza e allegria popolare divenuto stile, il suo, già dagli anni '70. Questa cultura condita da ironia non poteva sfuggire alla sensibilità di Nanni Svampa ("Al dì d’incoeau" – Durium '77) e di Moni Ovadia ("Il paese dei bugiardi", del 1978, e "Cocò" – Ariston '80) e neanche al Premio della critica del Festival di Sanremo dell'80 che lo elegge come il migliore della gara canora. Francesco da allora ha viaggiato molto non solo sul pentagramma, recandosi tra l'altro spesso in India. Ogni volta è tornato nella sua Briosco con rinnovata energia e una scorta di fitti appunti musicali trasformati presto in nuovi album, piacevoli sia al primo impatto che dopo un po', quando cantati e decantati esprimono un altro aspetto, più sofisticato, come il retrogusto d'un vino di qualità. Ora il suo sguardo è tornato alla sua terra. "Scigula" in pochi mesi ha già fatto parlare bene di sé vincendo diversi premi, tra cui I Noster Cantastorie di Vimercate e il Grammofono d’argento di Oreno. In questo lavoro Francesco ripropone con nuovi arrangiamenti (del prediletto Franco Parravicini) anche alcuni suoi brani storici. Un cd di verità forti che arrivano leggere, come freschi tatuaggi incisi sulla pelle antica della sua terra… immaginando il sorriso furbo di chi ce le canta e suona.

GIUSEPPE VOTA

 

dal sito www.italianissima.net:


Nell'aprire il nuovo cd di Francesco Magni: "Scigula", si ha subito l'impressione di avere tra le mani una specie di piccolo scrigno ricco di preziosità, non solo per il curatissimo involucro cartonato del cd stesso, ma perché con esso si dischiude un mondo fatto di ricordi, di sapori, di immagini, di suoni e colori che ci parlano di tempi ormai passati, di un mondo che ci appare lontano e che oggi sembriamo quasi rinnegare in nome del vorticoso benessere e del frenetico vivere quotidiano di cui siamo spesso non solo le vittime ma anche gli artefici. Se poi il nostro Magni, credo con la sua ironia, ci appare ritratto nella foto del booklet quasi somigliante ad un neo-Garibaldi dell'era moderna, credo non sia del tutto errato attribuirgli l'appellativo di."Eroe dei due mondi", per aver saputo musicalmente unire e fondere con stile ed originalità la lezione e la tradizione del passato riadattandola e riavvicinandola alle tematiche ed alle problematiche odierne.

In bilico tra canzone d'autore, ballate popolari, piccole fiabe ricche di poesia, giochi di parole sospesi tra ironia e talvolta da poco velati doppi sensi (come del resto è tradizione in tante canzoni, ballate e filastrocche popolari), Magni ci offre un affresco della sua terra com'era, e come è oggi intaccata dallo sviluppo capitalistico, dalle speculazioni economiche, da "terrorismi" ambientali vere negazioni del progresso civile.

Il brano "LA MIA TERRA", porta la data del 1974, proprio lo stesso anno in cui Pier Paolo Pasolini riscrive completamente le sue opere poetiche più conosciute: "La meglio gioventù" e "Poesie a Casarsa", alla luce proprio dei radicali, profondi e spesso traumatici cambiamenti provocati dal miracolo economico e dal nuovo volto che in quel periodo iniziano ad assumere le periferie delle città e i borghi contadini, che conoscono una nuova stagione dell'emigrazione. Se Pasolini scrive "Non rimpiango una realtà ma il suo valore/non rimpiango un mondo ma il suo colore/l'aria e gli alberi non sono più beni della solitudine/Io mi guardo indietro, e piango i paesi poveri/le nuvole e il frumento/la casa scura/il fumo/le biciclette/gli aeroplani che passano come tuoni/il modo di ridere che viene dal cuore" ..Magni dice: "La mia terra la va in malora/cont la roggia, el ciel, el praa" ("La mia terra la va in malora/con la roccia, il cielo e il prato), e nell'altro brano "EL ME' PAES" ("Il mio paese").le cose non vanno meglio: "El mè paes vel disi anmò l'era un spettacol/Ma ghera i gent che ghè credeva anmò ai miracol/Liron liran anche el miracol l'è rivà/Vardes in gir vialter el risultà" (Il mio paese ve lo dico ancora era uno spettacolo/Ma c'era la gente che credeva ancora ai miracoli/Piano piano anche il miracolo è arrivato/Guardatevi in giro, guardatelo voi il risultato).

Magni sa però anche divertirci, farci sorridere e nell'apparente testo non-sense del brano iniziale "LA GAINNA DEL POLLEE" ("La gallina del pollaio"), appaiono ad un certo punto la new economia e. "uno specialista del pollaio un tale Bano". Tra gli altri brani del cd, meritano sicuramente una segnalazione "EL SPIRITELL CONTENT" ("Lo spiritello contento"), con la voce di Nanni Svampa; una piccola poesia che come lo spiritello del brano. "corre sbracata su un tulipano cullato dal vento"; "EL PAES DI BOSIARD" ("Il paese dei bugiardi") per il frizzante e circense arrangiamento ed il cui testo è del grande Gianni Rodari.

LA TEGNOEULA" ("Il pipistrello") e "MATRIMONI D'AMOR" ("Matrimonio d'amore") due brani tradizionali riadattati e musicati da Magni ed i cui testi originali risalgono a scritti di autori del '800. Infine, l'ironia diventa forma di protesta in "LAMBRADA", una "canzone ecologica" sulle deplorevoli condizioni ambientali del fiume Lambro e delle terre circostanti e di molti altri fiumi, fiumiciattoli e laghi lombardi (e purtroppo non solo Lombardi). Molto interessante anche l'aspetto sonoro-musicale del cd che non si limita ai soli suoni prodotti delle chitarre, delle batterie e bassi ma si arricchisce del ritmo prodotto da trombe, tromboni, sitar, organetti, tabla, arpe celtiche, tamburi ad acqua, corni francesi e bastoni della pioggia.

Caro Francesco, credo proprio che questa tua "scigula", sia l'unica "cipolla" che non "pizziga i oggitt.", ma se proprio deve far lacrimare gli occhi, lo fa per gioia, per commozione, per la sincerità del tuo canto.

Alberto Barina

 

Intervista di Mauro Cereda (Brianze) a Francesco Magni

 

dal sito www.movimentiprog.net:


Scigula: sospensione tra passato e futuro...

Da tempo vado menando un’idea circa il recupero di personaggi relegati ingiustamente al margine della scena pop in Italia. E poi è risaputo da più parti che l’idea che ho del prog è qualcosa che prende ampie distanze da chi pensa a questa musica come un fenomeno degli anni ’70 legato al solo rock. Considero, diversamente, il prog come un catalizzatore vivo che si esprime e si rinnova attraverso molteplici forme musicali avanguardistiche, etniche, poetiche, esoteriche. Amo particolarmente definire il prog come un’arte o musica evolutiva. Tale è purtroppo o per fortuna l’unica idea che ho in merito. Questa sola però ha il vantaggio (ed esigo l’accento su questo) d’essere fissa e immutabile, quasi come il motore immobile d’aristotelica rimembranza.

Detto ciò, da qualche parte devo cominciare e la folla dei pensieri s’accalca e poi si ferma su un nome: Francesco Magni.

Due parole per presentarvelo, ricavate dal suo sito.

Magni s’impone al festival di Sanremo 1980 con l’apparentemente scanzonata “Voglio l’erba voglio” vincendo il Premio della Critica > (www.sanremostory.it) .
La sua avventura musicale però inizia negli anni ’70
(sempre gli anni settanta che ritornano !!).
La grinta poetica delle prime composizioni in dialetto cattura l’attenzione di Nanni Svampa
(GUFI), che le incide e le pubblica per nell’album “Al dì d’incoeau”-’77.
Il caso lo fa incontrare su di un treno con Moni Ovadia, talent scout e leader del “Gruppo Folk Internazionale”. Ovadia produce per l’Ariston “Il Paese dei bugiardi “(’78) e “Cocò” (’80). Storie al limite del “non sense” e moderne favole venate di malizioso humor popolare, prendono forma coloratissime su sfondo ecologico e sociale. Queste saranno sempre negli anni una costante nella produzione di Francesco.

Scigula tra passato e futuro...


Dopo anni passati al limite dell’oblio e lontano dai grandi eventi di massima visibilità, dopo aver prodotto diversi album con musicisti di rilievo e buoni produttori, il lombardo Magni, oramai maturo pubblica “Scigula”, un disco di grande spessore artistico e di ricerca.

“Scigula” è una raccolta di liriche e musiche in lingua brianzola che si allaccia direttamente a certi filoni pop-etnici ed etno-prog che hanno esponenti nel De Andrè di “Crueza de ma”, nell’ultima Jenny Sorrenti, nella Nuova Compagnia di Canto Popolare (ultima maniera) e in Eugenio Bennato.
Coadiuvato da singolari strumentisti, dall’arrangiatore Franco Parravicini e dall’ottima scelta dello strumentario usato, “scigula” s’impone nella scrittura di Magni come una riscoperta storico-antropologica delle proprie radici e la proiezione di queste memorie e della lingua naturale nel futuro, passando attraverso la forma della canzone d’autore e della musica di frontiera.
“La mia terra la va in malora…un quai coss bisogna faa”, suggerisce Franz Magni, parole antiche ma sempre nuove che fungono da monito per le giovani generazioni . Egli è testimone della perdita d’identità locale, del degrado ambientale, di un fiume, il Lambro, che oramai non è nient’altro che acqua inquinata e comatosa… o , semplicemente, degli “amici che se ne vanno” e non ritornano. Piccoli affreschi in musica e parole di grande impatto emotivo!
L’album “scigula” è stato prodotto dallo stesso artista con il patrocinio dell’ Assessorato alla Cultura del Comune di Briosco (MI).
Di questo progetto è stato pubblicato pure un libro che raccoglie i testi, molte foto del mondo della Brianza, citazioni dotte di diversi autori su questa terra e lo stesso album.


Questo disco è consigliato a chi crede che il prog non sia solo il rock suonato in tempi dispari o le mani veloci sulle tastiere.

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